economia femminista

Una sintesi della economia femminista fatta da Cristina Carrasco, economista e docente di Teoria Economica alla Università di Barcellona. Ci auguriamo possa essere uno strumento in più nei differenti dibattiti che vedono ancora molte compagne e compagni usare parametri della economia classica.

La Economia Femminista.

La prima idea è che la economia femminista estende i limiti della economia di là dei confini del mercato, considerando tutto il lavoro domestico non retribuito, come parte della economia.
L'analisi di questo fatto ha permesso di rendere visibile che il sistema capitalista è incapace di riprodurre la forza - lavoro necessaria per sopravvivere come sistema e parte importante di questa riproduzione si realizza nelle case.
Il salario partecipa a questo processo, però, non è sufficiente e richiede una quantità enorme di lavoro che il sistema non retribuisce. Cioè, il sistema capitalistico dipende dal fatto che si realizzi il lavoro domestico nelle case per poter continuare a sopravvivere.
Una seconda idea è quella di analizzare il lavoro domestico: l'economia femminista "scopre" il lavoro di cura o, più semplicemente, la cura della vita.
La cura va oltre il lavoro domestico, comprende gli aspetti soggettivi, emotivi, affettivi, relazionali, ecc. La casa è principalmente il luogo dove agiamo i primi legami affettivi, dove impariamo i valori, il linguaggio, dove costruiamo una identità sessuata, dove ci socializziamo. Non riguarda, però, i primi anni di vita: come persone adulte torniamo ogni giorno a casa per recuperare energia, per riposare e da lì creare reti affettive ed emotive. E, in età avanzata, continuano a essere le case (quando diciamo "case", dovete leggere "donne") le principali responsabili della cura.
Tutto questo perché le persone sono interdipendenti, richiedono cure che diano risposte alle nostre interdipendenze,che non è altro che il riflesso di ciò che viviamo nei corpi vulnerabili.
L'idea è quindi di spostare la logica di accumulazione del capitale per mettere la sostenibilità della vita al centro dell'economia.
Questa è la terza idea centrale della economia femminista che deriva da quella precedente. La economia femminista è dirompente, nel senso che nello scoprire la importanza del lavoro di cura, lo mette al centro degli obiettivi sociali ed economici.
In contrapposto al vantaggio che stabilisce e valorizza il sistema capitalista, l'economia femminista, antepone la cura della vita, delle condizioni di vita, del buon vivere.
L'attuale sistema economico ha evidenziato la contraddizione tra il beneficio del capitalismo e la cura della vita o "tra capitale e vita".
L'abbandono del sistema patriarcale e la transizione a un nuovo modello di economia femminista è auspicabile : noi stiamo dicendo agli uomini che un mondo migliore per tutte e tutti, non è il mondo del potere, del mercato capitalista, del denaro"
Cristina Carrasco, docente di Teoria Economica.

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