lunedì 6 marzo 2017

Cinque esempi di violenza simbolica

Mariana Olisa

La violenza simbolica è un termine coniato da Pierre Bourdieu negli anni ‘70 ed è usato per descrivere una relazione sociale, dove il “dominatore” esercita una violenza indiretta e non fisicamente diretta contro i “dominati”, i quali non la rilevano e/o sono inconsapevoli di dette pratiche contro di loro e, quindi, sono “complici del dominio al quale sono sottoposti” (Bourdieu, 1994).



Questa violenza è stata interiorizzata e naturalizzata fino al punto in cui crediamo che le cose “sono sempre state così” e, di conseguenza, i nostri valori e luoghi nella società saranno non soltanto indiscussi ma anche immutabili.
Nei media, è violenza simbolica tutto ciò che rafforza gli stereotipi, perché mettono ciascuno “ al suo posto”:  tutto ciò che è motivo di stigmatizzazione, è responsabile del pensiero segregazionista, tutti i segregati sono “diversi da me” e visti meno come persone nell’inconscio. Quanto meno si è persone meno diritti si hanno e si è più esposti agli abusi in tutte le aree.

Esponiamo alcuni esempi come esercizio di riflessione:
1) Insegnando alle donne a stare in una posizione di subalternità e/o violenza

Non è sufficiente che una percentuale così significativa dei film non superi il test del sessismo, l’ultima è stata una campagna di diffusione sui cartelloni pubblicitari, del nuovo film di X-Men: Apocalypse.  Il manifesto divulgato nel giugno del 2016 a Los Angeles e New York è circolato sulle reti e ha ricevuto diverse critiche femministe perché promuoveva la violenza sulle donne.
La campagna è stata accusata di essere fuori dal contesto nel mostrare Mistica strangolata dal suo antagonista Apocalisse. La frase della locandina recita: “ Solo i forti sopravvivranno."
La 20th Century Fox responsabile del film è stata costretta a chiedere scusa. Ha ritirato la scena del film in cui Mistica era strangolata e ha giustificato il manifesto affermando che: “Nel nostro entusiasmo nel rilevare la villania di Apocalisse, non abbiamo rilevato immediatamente la connotazione inquietante dell'immagine sul modulo stampato". Notate che l’accento è su Apocalisse, nulla è stato detto a proposito di Mistica.




2) Dicendo alle donne che i loro corpi non sono abbastanza belli e hanno bisogno di essere modellati / camuffati.

Reggiseno  push-up che suggerisce che i nostri seni devono essere a prova di gravità. Creme antirughe e tinture per capelli che ci dicono che l'età è qualcosa che deve essere nascosta a tutti i costi. Tacchi alti affinché possiamo apparire sempre più affusolate ed eleganti. Trucchi che cancellano imperfezioni e cambiano le dimensioni degli occhi affinando le nostre caratteristiche.
La “prova bikini” che non significa altro che una donna che non sia perfetta non può mostrare il suo corpo con orgoglio.
La grande novità in questo campo sono i dilatatori di labbra per suzione. Queste ventose si trovano in commercio da molti anni ma hanno raggiunto popolarità quest’anno, grazie a una sfida lanciata sulle reti sociali.




3) Limitando la mobilità delle donne
Un altro modo per rendere le donne prigionieri dei loro corpi (e della propria condizione di donna) è limitando i suoi movimenti. Il burqa è l’esempio più semplice, mentre l’abbigliamento occidentale è creato e serve per migliorare la nostra figura, a identificare chi siamo dentro la nostra società più che a vestirci.
Così si parla di nuovi tacchi, di vestiti stretti , di gonne sproporzionate che si mettono alle bambine dicendo “ Questo fa al caso, chiudi le gambe, comportati da bambina”. Le mutande fatte di materiale povero e monouso , che insieme con i pantaloni stretti, contribuiscono alla cattiva salute vaginale, perché non sono stati progettati per il nostro benessere, ma per essere desiderabili per gli uomini.
Un altro modo per limitare la mobilità delle donne è determinare quali siti devono occupare e "suggerendo loro" a quali appartenere e come dice Irantzu Varela, "noi vogliamo la metà di tutto. Ogni volta che non siamo la metà, ci si dovrebbe chiedere perché ".
La donna ha anche una mobilità ristretta quando le è chiesto se viaggerà da sola, quando le giovani sono avvertite su ciò che devono fare e non fare, per non “guadagnarsi” una brutta fama, quando con la denuncia di uno stupro, di domanda alla vittima com’era vestita e tanti altri esempi.

4) Per un linguaggio tradizionalmente sessista e razzista.
Parlando di imprecazioni, vi invito a pensare come la parola "fica" ha il suo significato degenerato, quando è utilizzata come espressione di insoddisfazione quotidiana e quanto esprima una violenza simbolica verso le donne, naturalizzando la “fica” come una cosa volgare, banale e sprezzante .
Le battute che utilizzano gli stereotipi come stampella per far ridere le persone, senza considerare che questi scherzi siano ancorati a certi valori e pregiudizi consolidati nella società, sono così sgradevoli come le espressioni “ mora”, “sudaca”* “negra”, “ lavorare come un negro” “ lavorare come un cinese” “ fai lo zingaro”,”felice come un nano”, ecc., che, anche se non non è nell'intenzione di chi li usa, esprime ugualmente, un discorso ideologico. Prendere coscienza di ciò che viene detto è anche empowerment.

5) Per la manipolazione della storia e la invisibilità delle minoranze.
La egemonia patriarcale bianca ha sempre bisogno di riaffermarsi. La nostra società si sostiene , così come la conosciamo, nel disegnare l’uomo bianco come il grande pioniere, così come i suoi elementi biologici, culturali e morali, giustificando in tal modo non solo la sua posizione e privilegi, ma anche il dominio sociale e politico.
Classici esempi sarebbero la rappresentazione di un Gesù biondo con gli occhi azzurri e anche la rappresentazione cinematografica degli Egiziani come una cultura bianca in mezzo al deserto africano. Nel significato ideologico proprio di ciò che è la civiltà e di quello che abbiamo capito come selvaggio, dove è implicito proprio chi sono i "buoni" e che i "cattivi".




Così, il patriarcato bianco determina ciò che è auspicabile in una catena di valori e tutte le altre persone al di fuori di esso, diventano un po’'meno persone, perché ricreate attraverso gli occhi di quello, che assumono ruoli e posizioni sociali che il patriarcato concede.
Non essere consapevoli che si vive in una società che agisce con un sistema di privilegi permette loro di continuare ad esistere, perché i privilegi sono sempre ottenuti a scapito dei diritti di qualcuno.

* termine dispregiativo per definire le persone dell'America Latina

(traduzione di Lia Di Peri)


Afrofeminas

mercoledì 1 marzo 2017

Esotizzazione delle donne nere




Una settimana fa la mia cara Li Kaczynski mi inviava questo messaggio su WhatsApp:

Zia, un nuovo annuncio di Desigual: “Exotic Jeans”, quattro ragazze nere in jeans ".

Le ho risposto “Dopo lo guardo”, perché avevo un paio di fronti aperti in casa (cose di madri) e, dopo, l’ho dimenticato.


Sabato pomeriggio, eravamo insieme io e Li e, improvvisamente, appare l’annuncio "Exotic Jeans"  di Desigual.
L'annuncio è interpretato da Nia Lyons, Nia Parker e Camryn Huthinson, ballerine di Hiplet, una forma che coniuga ip hop e danza classica,conosciuto questa estate, diventato virale.
Non dirò assolutamente nulla contro l'esecuzione della danza, che è meravigliosa né sulla canzone che, a quanto pare sta incantando tutti. No, la critica è diretta a Desigual. Non ho  neanche intenzione di commentare il fatto che si tratti di donne con corpi potremmo dire, molto più reali di quelli che siamo abituati a vedere nel mondo della moda. Questo è fantastico. E per fortuna che ci sono marchi dove si mostrano corpi diversi.
La domanda, però, che mi frulla in testa è:  che cosa abbiano di esotico alcuni pantaloni?
Secondo il sito web di Desigual, "#Hiplet nasce dalla mescolanza e dalla libertà.  Anche i nuovi esotici jeans. E questo slogan mi appare abbastanza disgustoso. Perché, tanto per cominciare, Hiplet nasce dalla mescolanza di  Hip hop e danza classica. Né più né meno.
Cioè, la prima domanda sarebbe, perché definiscono come libero, un ballo creato e praticato da donne nere? Inoltre, perché la gente bianca cambia la definizione di Hiplet, scegliendo di chiamarlo “mescolanza e libertà”? La libertà di chi? Secondo chi? E, infatti, perché scelgono tre ballerine nere per annunciare alcuni jeans definiti  esotici?
Detesto la erotizzazione delle donne nere, come ho già detto in un articolo mesi fa. E mi disgusta che qualsiasi marchio usi le donne nere per promuovere un articolo definito come esotico.
Che bisogno c'è, a questo punto, di vendere qualsiasi articolo definendolo esotico? Che necessità c’è - una volta presa la decisione di battezzarlo come esotico, di legarlo alla immagine delle donne nere?
Sono esotici questi jeans , perché stanno meglio alle donne nere, poiché hanno il culo più grande? E’ questa l’idea? E’ questo il messaggio che vogliono diffondere , perpetuando così tutti quei pregiudizi che gran parte della società ha nei confronti delle donne nere? O forse sono esotici solo perché li indossano le donne nere? Dovremmo forse dedurre che tutti i vestiti che indossa una donna nera siano esotici?
Se dopo il meraviglioso annuncio, con quelle belle donne che ballano così bene, la messa a fuoco fosse stata "così flessibile e così comodo che puoi indossarli  anche per ballare danza, hip hop, hiplet, ecc ...", il risultato sarebbe stato magistrale.
Mi sembra cosa lodevole che Disegual pubblichi un annuncio in cui appaiono tre donne nere professioniste, visto che  il livello di rappresentanza che abbiamo, come ho già detto, è scarso.

Non mi piace  che Desigual, un’azienda creata da un uomo bianco e ricco, parli dalla sua posizione privilegiata, volendo apportare libertà a una danza  creata da persone nere. Questa danza è ciò che i suoi creatori decidono che sia, non ciò che Desigual  afferma.


E mi piace ancora meno questo permanente rapporto delle donne nere con l’esotismo. 


(traduzione di Lia Di Peri)