domenica 12 maggio 2013

Sono qui a parlarvi di femminismo

di Isabel Cruz




                                                   




Molto spesso, il femminismo non è ben capito e lo si può vedere nel 90% delle critiche che questo riceve. Il restante 10% delle critiche al femminismo riguarda i dibattiti teorici all'interno di esso. Personalmente non credo che ci sia poca discussione dentro il femminismo, viceversa, la dialettica è costante e molto arricchiente: ciò che succede  è che la pressione che riceve dall'esterno è enorme. Quindi,mi concentrerò su quelle critiche che provengono dall'esterno,dato che il dibattito interno riguarda principalmente, il raggiungimento dell'uguaglianza e cosa significhi eguaglianza (se la differenza, per esempio,genera disuguaglianza o la misura in cui i ruoli di genere sono piene costruzioni  sociali).

In primo luogo distinguerò i suoi detrattori in due tipi: i politicamente corretti e quelli che che identificano direttamente il femminismo al machismo. Entrambi ricorrono al neo-linguaggio, così da avere una più forte presa.

I politicamente corretti sono coloro che distinguono tra  buon femminismo e il cattivo femminismo. Queste persone sono molto particolari, i loro tentativi di screditare le idee senza far apparire che disprezzano l'essenza del femminismo, risultano titanici e per la maggior parte del tempo,sterili. Sono quel tipo di persone, uomini o donne, che fanno la differenza tra femminismo ed embrismo,presupponendo l'esistenza del secondo. L'embrismo sarebbe quel sistema matriarcale in cui l'uomo vedrebbe raddoppiata la giornata lavorativa, guadagnerebbe meno della donna a parità di lavoro, ci sarebbe una divisione sessuale del lavoro in cui egli verrebbe pregiudicato, sarebbe confinato nella sfera privata,avrebbe molto meno libertà sessuale, sarebbe costantemente giudicato per il suo aspetto ( bene o male), sarebbe educato all'idea di sostenere,mediare, adattarsi,dipendere sentimentalmente, servire, stare dietro a... E soprattutto all'idea di non essere leader né di poter dissentire. Avete capito bene: l'embrismo non esiste né mai è esistito. Coniando questo termine si è cercato solamente di delegittimare il femminismo.

Questo tipo di femminista con i 'ma' lo trovo particolarmente offensivo per le sue incongruenze, che si producono soprattutto attraverso il paternalismo e la riproduzione del sessismo. E' come un amico supervisore: ti nobilita o ti scredita dalla sua usuale posizione di maschio-spettatore, senza rendersi conto che questo atteggiamento si oppone radicalmente al femminismo più elementare ( potenziamento, autonomia, parlare da pari a pari, ecc...) Il suo complesso di superiorità inconscia,anche quando è buonista,è paragonabile ad un hipster che pensa di aggiungere valore con il suo sguardo apprezzando un graffiti. Può sembrare un aneddoto ma, credetemi, nel campo del dibattito sulla parità della classe sociale o etnica,non ho incontrato comportamenti così prepotenti, incoerenti e kamikazi.

Poi, ci sono quelli più diretti, che non sono in grado di riconoscere il discorso femminista nel quale inciampano nel corso della vita. Sono queste le persone che,per  femminismo, intendono embrismo e per sessismo capiscono misoginia (quando questa è la massima espressione del machismo, cioè una parte di esso). Qui, potremmo citare i ben noti casi,di coloro il cui obiettivo è l'egualitarismo,evitando la parola femminista in ogni momento, perché è qualcosa percepita negativamente. L'egualitarismo è il discorso della parità di genere, senza considerare la disuguaglianza di genere della quale la donna è storicamente vittima, come causa e asse centrale del discorso. L'egualitarismo tende a concentrarsi su un discorso mascolinizzato del mercato del lavoro: parità di retribuzione, come condizione per l'emancipazione della donna. Cioè, l'agualitarismo mette in discussione la conseguenza, mai la causa: perché la donna guadagnano meno dell'uomo? Perché il lavoro riproduttivo non è retribuito? Perché l'uomo non si coinvolge nel lavoro riproduttivo? Queste questioni nell'ottica egualitaristica non hanno nessuna rilevanza e vengono considerate deviazioni dal dibattito. E' come se la diseguaglianza di genere non la perpetuassero le persone, ma un'entità astratta, che fa  si che le nostre aspirazioni di vita,al momento di adattarsi alla realtà subissero una metamorfosi. L'egualitarismo è molto pericoloso, perché in questa ottica di non mettere in discussione la causa della disuguaglianza consente il discorso biologista legittimando la diseguaglianza di genere. Un egualitarista potrà parlarti dell'"istinto materno" e così dicendo riconosce il lavoro domestico.Ecco perché dal egualitarismo si chiede la custodia condivisa perché credono che l'uomo ha il diritto di esercitare la paternità al momento del divorzio e non nel momento in cui deve esserlo .Il ruolo del padre cambia a seconda della presenza o assenza della madre,il ruolo del padre, non implica per se stesso un compito di cura: è la condizione di padre divorziato che lo fa apparire curatore come qualcosa a cui ha diritto ( insisto sull'importanza data alla parola diritto e non a quella di dovere).Ed è questo discorso che permette che la madre riceva la maggioranza delle custodie in caso di divorzio, perché in un divorzio con figli  valuta soprattutto chi ha esercitato le attività di cura fino a quel momento,chi ha dimostrato competenze.

Per chi non lo sapesse, viviamo in un sistema etero-patriarcale nel quale la donna,soprattutto se è madre, ha il dovere di farsi carico della casa,a volte con l'aiuto dell'uomo,che è dall'altra parte, la fonte del reddito familiare: questo sistema si riflette fedelmente nella legge sul divorzio. Il divorzio non avvantaggia la donna in quanto tale ( al di là di una madre che ama ottenere la custodia dei suoi figli e figlie e di un padre che soffre nel vederli poco),la legge sul divorzio rimanda a quali siano oggi i ruoli di genere: madre curatrice e padre capofamiglia. Ruoli che non sono messi in discussione dall'egualitarismo mentre dal femminismo sì.
Che coincidenza...

la profesion va por dentro

sabato 9 marzo 2013

Hugo Chávez, socialista e femminista

Natalia Rosetti
Professora associata di Scienze Politiche della UAB (Università autonoma di Barcellona)

Se c'è qualcosa di innegabile nei processi di trasformazione sociale in America Latina è l'inclusione di settori sociali storicamente esclusi. Anche se si parla di populismo, la stampa conservatrice deve riconoscerlo.E' difficile ribaltare secoli di storia colonialista e imperialista, ma alcuni paesi come la Bolivia, Ecuador e Venezuela hanno risolto e stanno risolvendo le loro  specifiche difficoltà, ma hanno anche un elemento in comune: il ruolo delle donne.  E dobbiamo rilevarlo in questi giorni che la rivoluzione bolivariana perde Hugo Chávez. Ci sono persone che sintetizzano idee,programmi,rappresentano progetti e speranze. Anche se ovviamente una sola persona non può esemplificare tutto, Hugo Chavez sarà ricordato come il grande rivoluzionario che era, un riferimento mondiale che esistono alternative al regime capitalista e patriarcale. Un progetto alternativo da lui stesso definito " socialista e femminista".

La Costituzione bolivariana del 1999, all'articolo 88 prevede che " riconoscerà il lavoro domestico come attività economica che crea valore aggiunto e produce ricchezza e benessere sociale". Per la prima volta ha riconosciuto il lavoro invisibile ed essenziale delle donne e ha dato ad esse il diritto alla sicurezza sociale e al salario minimo. Da una Europa dei tagli in un contesto in cui le politiche di parità sono all'ultimo posto, ciò è sicuramente rivoluzionario. A livello simbolico si integra l'uso di un linguaggio non sessista per far riferimento ad uomini e donne.
Che le donne soffrano particolarmente è  documentato.Per questo è stato importante potenziare le donne e la creazione della Banca di Sviluppo delle Donne (Banmujer)che aveva ed ha come finalità di promuovere mediante il micro-credito e supporto tecnico, un'economia basata sulla solidarietà e l'aiuto reciproco. Comprendere lo sviluppo dalla vicinanza, dallla valutazione partecipata di ciò di cui hanno bisogno le comunità, per fornire il necessario e farlo dalla cooperazione. Un discorso e valori di fondo che nulla hanno a che fare con la competitività capitalista e che concepisce l'economia a partire dai bisogni umani.

Nelle zone popolari, nelle Missioni( i programmi sociali promossi dal governo Chavez),nei Consigli comunali dove la gente si auto-organizza dal basso,nei movimenti sociali, le donne hanno svolto un ruolo di primo piano.

... Pertanto anche se la dimensione femminista del socialismo del XXI secolo non sia ancora molto visibile, soprattutto in Europa, bisogna riconoscere che Hugo Chávez è stato in grado di aggiungere ed integrare diverse sensibilità, compresa quella femminista. Aveva capito meglio di chiunque altro che senza uguaglianza di classe, senza uguaglianza di genere,senza uguaglianza etnica, non è possibile avanzare verso una società realmente giusta. C'è senza dubbio ancora molta strada da fare e un'agenda in attesa di cambiamenti fondamentali per avvicinarsi all'eguaglianza. Ci sono molte sfide su questo fronte.

La rivoluzione bolivariana sarebbe inspiegabile senza la figura di Hugo Chávez, il quale sarà ricordato insieme a combattenti come Salvador Allende o Ché Guevara o alle donne e uomini che hanno dato la loro vita per costruire un mondo più giusto. Ricorderemo il presidente venezuelano come l'uomo che fu in grado tra le altre cose, di dare speranza ai popoli del mondo che lottano per la loro dignità, ma anche di aver dato voce alle donne all'interno di queste lotte.
In ultima analisi,l'8 marzo rivendichiamo che l'eredità di Chavez è e sarà femminista.

Publico.es

venerdì 22 febbraio 2013

Per la stampa, la vittima è Pistorius


Marta Mediano García - pikara magazineSe l'assassino/maltrattatore si chiama Manolo e vive a Villacañas,la giornalista intervisterà i suoi vicini: "era una persona molto buona", "faceva tutto per lei e la famiglia" e chiuderà il pezzo elencando per quel mese, il numero delle vittime di violenza machista.

Se il presunto omicida si chiama Oscar Pistorius - fra l'altro, marcando bene il "presunto", la storia non è che cambi, però mette in evidenza tutte le contraddizioni del discorso sessista dei media.

Poiché Pistorius è l'eroe nazionale di una comunità minoritaria e bianca in Africa,il  prototipo dell'uomo bianco europeo in grado di superare qualsiasi avversità e raggiungere il successo, il fatto che avrebbe presumibilmente sparato alla fidanzata, provocandone la morte,ha prodotto una piccola agitazione internazionale. Si sono organizzati incontri paralleli nei telegiornali, programmi speciali in prima serata e decine di editoriali sui principali quotidiani."
Per risarcire la vittima? Per analizzare il perché di questa violenza contro le donne?
No. Solo perché  l'onestà di questo uomo di successo non poteva essere messa in discussione.
Le vittime sono un'altra volta di più, aggredite e colpite, subendo l'umiliazione anche dopo la morte,un vero e proprio attacco sulla condizione umana premeditato e a sangue freddo.
Non v'è traccia di esse nelle notizie, nessuno le nomina. Di Reeva non si sa che la sua professione e il nome perché la stampa la definisce come una modella con aspirazioni televisive.
Il dramma non è che ogni giorno milioni di donne sono vittime di una qualche forma di violenza maschile. Né che molti di esse perdono la vita per mano di un uomo.Il dramma non è la loro assenza avvolta nel silenzio. Primo strato. Poi, un altro strato. Decine di giri che assicurano al colpevole l'impunità. Il dramma non è che nessuno può alzare la voce per tutte loro, che si imponga il ricordo che non furono importanti, così importanti per vivere ed essere ricompensate.

Il dramma nei mezzi di comunicazione è che Pistorius lascia i sudafricani, gli amanti dell'atletica e gli uomini occidentali, orfani di un leader da seguire. La tragedia è il dover rinunciare a partecipare alla prossima gara,causa l'apertura del procedimento giudiziale per l'assassinio della sua fidanzata,l'atleta di 26 anni non potrà competere in Australia, Brasile, Stati Uniti e Manchester.

Questa peggiore prova dei media, una la scopre quando è a casa ammalata. Sono stata diversi giorni a casa cercando di alleviare  il mio malessere e solitudine, davanti alla scatola idiota. Alle quattro del pomeriggio, Pistorius è di nuovo al centro di un programma: " La sua ragazza stava per entrare in un reality e questo buon uomo aveva paura, a causa della sua disabilità, di non essere all'altezza delle circostanze"

E'aberrante ascoltare come si possa essere capaci di giustificare in tale modo,la violenza sulle donne,non solamente strappare ad esse la vita,ma anche la dignità e oltre tutto,la vittima è nominata marginalmente, come il vetro che si rompe accidentalmente facendo scoprire che il ragazzo monello,anche se punito, era uscito per giocare a palla.
Davanti al giudice, Pistorius piange sconsolato. Anche Manolo l'avrà fatto quando  la Guardia Civile è andato a prenderlo.. Tutti i suoi amici sia che fossero giocatori del Manchester City, sia che fossero la band del Bar  Montes” attestano che "l'amava teneramente, era il più grande". Naturalmente lo affermano a tutto campo, conoscenti e amici:  né Reeva né la donna anonima si erano mai lamentate del trattamento dei loro partners.
Però nessuno mai si chiede se è possibile quando si convive con la paura di morire. 

sabato 16 febbraio 2013

La PAS è la risposta neo-machista all'accusa di pedofilia


Questa psicologa e attivista di Feminismos Sol ha seguito da vicino le storie personali dei suoi pazienti ai quali si sta applicando la Pas, che penalizza le madri e i suoi figli/glie, quando questi/ste si rifutano di frequentare i loro padri, nonostante vi siano diversi indizi  di abusi o violenze. In questa intervista la specialista spiega come si applica la PAS e come essa sia una nuova violenza per le donne.Fatima Urzanqui è un'attivista della Rete di Resistenza e di Risposta alle  violenze machiste, un' iniziativa di Feminismos Sol,che è stata presentata ieri, 15 febbraio, alla Librería Traficantes de Sueños Questa Rete nasce in un momento in cui la lotta contro la violenza machista sembra perdere legittimità, permeando i discorsi del codazzo neomachista che "colpevolizzano l'aggredita di essere il soggetto istigatore delle aggressioni", non soltanto tra la gente, ma anche tra soggetti con incarichi di responsabilità nella tutela delle donne ( giudici, magistrati, avvocati e procuratori).

Una delle molteplici violenza alle quali cerca di dare risposta la nascita di questa Rete è proprio la Sindrome di Alienazione Parentale (PAS) " una pseudo-sindrome con pretesa di oggettività scientifica che pone l'accento sulla punizione delle madri e delle sue creature,quando queste si sono rifiutate di visitare i loro padri, nonostante vi siano prove di abuso o violenza", sottolinea  la Rete nel suo comunicato.

Fátima,come psicologa,ha seguito da vicino le storie delle pazienti sulle quali viene applicata la "terapia della minaccia" promossa dalla PAS  sia dalle equipe psico-sociali dei tribunali, che nelle istituzioni pubbliche gestite da società ultraconservatrici. In questa intervista, analizziamo la storia e il procedimento di attuazione di questa pseudo-sindrome.

- Quando e perché nasce il concetto di Sindrome di Alienazione Parentale?

La Pas sarebbe una risposta neo-machista all'approccio istituzionale per via penale,della violenza, soprattutto della pedofilia. Sonia Vaccaro e Consuelo Barea nel loro libro 'La presunta Sindrome di Alienazione Parentale' dicono sia una sindrome creata "ad hoc" in materia di affidamento quando nasce il problema degli abusi sessuali. Infatti, è stata inventata da un pro-pedofilo,Richard Gardner,che sviluppò questa teoria per coadiuvare l'avvocato difensore dei pederasti.
Gardner aveva molto interesse a medicalizzare questo argomento,perciò attuò un ragionamento per analogia con la sindrome di Down e la polmonite da pneumococco, due malattie con una evidenza oggettiva molto chiara,contrariamente alla Pas. Questa estensione serviva per adottare la terapia che egli stesso chiamò "terapia della minaccia".
Questa terapia coercitiva sostiene l'annullamento della custodia, nei casi che presuppone più gravi per il genitore alienato in famiglia, di solito il padre. Minaccia anche il cambio di custodia nel caso in cui la presunta alienante, normalmente la madre,non collabori attivamente nel favorire la ripresa della relazione tra i figli/figlie e il padre. In quest'ultimo caso si proibisce qualunque comunicazione della madre e dell'ambiente materno con i figli e figlie.

Attualmente questa terapia si applica nei centri di incontri familiari o di sostegno alla famiglia e nei centri di attenzione all'infanzia, che sono istutuzioni sostenute con fondi pubblici, ma gestite da imprese private e, molte, con un'ideologia ultraconservatrice. Per esempio,la maggior parte dei punti di incontro spagnoli sono gestiti da Aprome, che è presieduta da Marisa Sacristán,Legionaria di Cristo.

- Quali difficoltà o problemi hanno in generale le donne,che hanno subito o soffrono abusi dai loro partner o ex partner?

In primo luogo, non riconoscono socialmente che siamo sessisti tutti e tutte,perché nasciamo in una società patriarcale. C'è da aggiungere che l'aggressore è una persona con la quale hai condiviso un progetto di vita, di amore, dove c'è dipendenza generata da chi abusa, causando una situazione di ricatto emotivo. Inoltre i minori e i mezzi economici sono le cause del blocco nella decisione.
Un altro problema è il disordine da stress post-traumatico delle vittime, che come è spiegato in Trauma e recupero ( di Judith Herman) non permette d fare un racconto lineare: hanno vuoti di memoria o narrano i fatti con una anestesia emotiva,come se non fosse successo ad esse. Questi comportamenti contribuiscono a screditare la loro testimonianza per incoerenza in ambito giudiziario, perché non conoscono le conseguenze psicologiche sulle vittime.

Quali sono le vie attraverso le quali si attua la PAS?

Due vie,quella civile,dove ingenuamente confidano che la giustizia, una volta conosciuto il rischio che corrono i figli istituirà un regime di visita, che rispetti i diritti dei minori. Ma il primo colpo è che i pubblici ministeri non sono presenti, perché sono sovraccarichi di lavoro; il secondo è che gli avvocati hanno poca formazione, così si stabiliscono regimi di visita standard, che non proteggono i minori. Da questo momento le donne decidono di denunciare, ma si interpreta ciò come un capriccio delle madri per allontanare la prole dai padri.E' qui che entra in gioco la PAS.

Le relazioni dell'equipe psico-sociali sono la seconda via. La formazione che hanno queste persone è molto abbondante in materia di PAS, ma scarsa sulla violenza di genere e psicologia infantile, così che diagnosticano soltanto su ciò che sanno. In più, si tiene in poca considerazione le relazioni di periti più qualificati. Né si dà altrettanta validità alle relazioni delle psicologhe specializzate in tema di violenza. I giudici prendono in considerazione soltanto i rapporti degli assistenti sociali,anche se si perizia per un'ora o poco più, tempo insufficiente per creare un legame di fiducia con i minori o per affrontare ciò che hanno sofferto.
In un caso di abuso sessuale rilevato nel rapporto di Save The children, una bambina fu periziata da un'assistente  sociale con il solo scopo di determinare la sua credibilità. La signora non solamente affermò che non era credibile, ma che era manipolata dalla madre e dichiarò che fosse data in custodia al padre.
Questo schema della PAS ha valore in ambito giudiziario dove c'è ancora una socializzazione patriarcale: si adegua meglio al concetto che le donne sono ingannevoli e manipolatrici, piuttosto che accettare che c'è una importante percentuale di padri che abusano delle loro figlie.  Sempre per l'economia emotiva,l'incesto non si vuole vedere perché fa molto male, ma in Spagna l'ultimo rapporto di Félix López,sottolinea che una bambina su quattro e un bambino su sette subiscono un qualche abuso.

La legge contro la violenza di genere lascia fuori molte violenze machiste,che succede con gli abusi sessuali a bambini e bambine? Anche se si avoca la via penale e il procedimento di divorzio arriva nel procedimento di violenza, la realtà è che in molti casi, la misura cautelare non include i figli e le figle. Si fa credere  che per un bambino sia essenziale relazionarsi con il padre,indipendentemente da che tipo di padre sia.


Un altro assunto è la mancanza di rispetto per le opinioni dei minori. Vengono trattati come "idioti mentali", ma sanno perfettamente con chi si trovano bene e con chi no. Nel rapporto di Amnesty International,una bimba abusata ha dovuto raccontare non si sa quante volte e, ogni volta, che racconti un trauma ti re-vittimizzi. Io non credo che ciò sia necessario e mi riferisco al caso di un giudice argentino, Carlos Rozanski, che instaurò in Argentina la camera Gesell. Si tratta di una stanza con alle pareti uno specchio a doppia faccia,da un lato ci sono i giudici e gli avvocati, dall'altro, il/la minore e uno psicologo che riceve attraverso un'auricolare, ciò che deve sapere della controversia. Tutto ciò che viene detto si registra in un video,che viene poi proiettato, se necessario, in molte aule giudiziarie.

 Io non capisco,tutto questo non c'è nella Convenzione sui Diritti dell'Infanzia.




              



mercoledì 30 gennaio 2013

Sottomesse o sospettate

copertina di un libro di racconto rosa di Laura de Noves (pseudónimo de Carlota O´Neill)
copertina del libro per la sezione femminile falangista, 1940
Divisa in sezioni tematiche, il percorso inizia con " Le Moderne" degli anni '30.Tra fotografie, articoli e oggetti personali,possiamo vedere come iniziarono a tagliarsi i capelli, a togliersi il cappello,a lavorare o viaggiare. Tuttavia, non tarderà ad arrivare il regime franchista che reprimerà questi timidi passi verso la modernità con un modello di donna basato sulla figura dell'amorevolissima madre, sposa e casalinga ben supportata dal cattolicesimo.

copertina della rivista Vindicación Feminista, dell'aprile del 1978
Cammineremo poi  tra le vetrine accompagnando " le individue di dubbia moralità". Insieme con repubbicane e presunte collaborazioniste, che saranno punite in modo esemplare e pubblicamente con la rasatura dei capelli, l'olio di ricino o con l'esecuzione, donne lesbiche o prostitute saranno rinchiuse nelle carceri o in ospizi. Potremo visionare i testi psichiatrici di López Ibor o Vallejo Nájera che elaborarono trattati sulla pericolosa sessualità femminile nel tentativo di naturalizzare la sottomissione delle donne che propugnava il regime. Mentre, dal versante opposto, il medico Serrano Vicéns raccoglierà dati sulla vita sessuale segreta delle donne del dopoguerra: un 66,5% delle single - ha scritto - ha avuto il desiderio di avere  relazioni lesbiche con un'amica o con una conoscente; il 32% è riuscita a praticarle  e, di queste, l'80% le ha ripetute.

Nonostante la violenza e la repressione potremo vedere che ci sono state alcune che hanno  cercato le crepe nel modello con ingegno e creatività, riuscendo a vivere la loro sessualità a margine della norma. Per identificarsi usavano parole  in codice ed escogitavano di farsi accompagnare da ragazzi gay fingendo di essere una coppia in vacanza. Ci sono stati incontri nei caffé e cabaret e si accordavano matrimoni fittizi per per eludere il controllo del regime. Ma questo controllo era feroce.

Nella sezione " Le Addomesticate" vedremo come suore e falangiste erano incaricate di addomesticare le ragazze attraverso l'educazione fisica e morale. Esposto tra le stampe religiose, un libro della brava alunna del collegio Sagrado Corazón prescriveva che i compiti per l'estate dovevano essere svolti nel seguente ordine: 1. Dio; 2.Formazione; 3. Intrattenimento. Inoltre, ricordava di 'mortificarsi una volta al giorno'.

Nelle vetrine della mostra lo scapolare riposa accanto al cilicio e agli educativi libri. Tra gli articoli di giornale recuperati figura la storia della piccola Josefina Vilaseca,esempio di virtù dopo essere morta per aver resistito eroicamente  ad un tentativo di stupro per proteggere la sua castità. Con questi esempi si educavano " Le Decenti",una nuova sezione in cui possiamo vedere come mediante la pubblicità, il cinema o la letteratura si guidavano le donne verso la devozione, il sacrificio e la casa.
Tuttavia, dagli anni '60 e 70 di allargarono le crepe e cominicarono ad infiltrarsi raffiche di aria fresca, cedendo il passo a " Le Liberate". Sono gli anni dell'apertura. Il cinema,la musica, la letteratura esemplificano diversi modi di vivere la sessualità.

A Barcellona nasce la rivista Vindicación feminista,iniziando a profilarsi il femminismo spagnolo contemporaneo e si apre il ‘Daniels’primo bar lesbico in Spagna.

La mostra resterà aperta fino al 10 febbraio nello spazio Prado dell'Ateneo di Madrid.


Questa è una mostra da non perdere per ricordare dove eravamo (e dove vogliono farci  ri-tornare ') e imparare le forme creative e coraggiose che hanno utilizzato molte donne delle quali siamo le eredi per resistere al feroce controllo sulle loro vite e i loro corpi.

        
Pikara magazine

giovedì 17 gennaio 2013

Di Presidenti, Candidati, Ricchi, Famosi, Satiri e Predatori

di Nuria Varela




Due notizie coincidenti, nello stesso giorno e nello stesso giornale. La prima in copertina : " La stella della BBC,Jimmy Savile abusò di 214 persone". La seconda in una pagina interna: " Dominique Strauss-Khan, il crepuscolo di un satiro".

Nel primo caso, è la storia di come Jimmy Savile,stella della televisione britannica e decorato dalla Regina per il suo lavoro di beneficenza, morto nel 2011, acclamato come un eroe nazionale, in realtà era un predatore sessuale, come si legge testualmente nel rapporto della Polizia metropolitana di Londra. Tra le sue vittime, soprattutto bambini,la più giovane aveva 8 anni,la più grande, 47 anni.
 I fatti di cui si racconta nella notizia sono un elogio all'impunità, un dettagliato viaggio nel cuore di una società che chiude gli occhi se i delinquenti sono ricchi e famosi e, soprattutto, se i loro crimini sono di natura sessuale. Solo alcuni dettagli che, al di là della cifra, indicano davanti a quali tipi si chiudono tutti gli occhi, orecchie e bocche:

" Gli abusi (...) si produssero in più luoghi, comprese le struture della BBC e in 14 ospedali, uno dei quali per malati terminali(…) Si teme che gli ospedali decisero di chiudere un occhio, perché il presentatore era una macchina da soldi per quel centro di salute. Faceva costantemente maratone e visitava le istituzioni per raccogliere soldi per i bisognosi  (…) La Procura inglese ha ammesso che avrebbe potuto processarlo per i suoi crimini, di almeno tre vittime se avessero preso le loro denunce più seriamente…”

 
Non solo i fatti, anche le parole scelte dal giornalista sono dannose:

" Diversi lavoratori della BBC assicurano che gli eccessi di Savile erano il segreto di Pulcinella”


Eccessi? Le violazioni sono eccessi?

Anche nella seconda notizia,le parole scelte per raccontare la vita di  Dominique Strauss-Khan sono dannose. La storia inizia così:

" Sempre con una guglia nel bagaglio a mano, egli crapula.(…) -Crápula, secondo la Real Accademia Spagnola " uomo dalla vita  licenziosa"- Tuttavia ricco e seduttore a modo suo,Dominique,63 anni,sembrava avvezzo ad usare il libretto degli assegni, da quando concluse che  l'innamoramento è una cosa e l'accoppiamento a catena, che tanto gli piace,altra cosae più caro  (…) I fascicoli giudiziari lo vedono come organizzatore di orgie, preventivate in 10.000 euro, per vecchio sporcaccione (…)

I tre giudici istruttori preparano il processo ad un uomo programmato per essere il presidente della Francia,ma ora affogato nell'amarezza ed abbandonato da coloro che politici o affaristi ridevano dei suoi eccessi o lo finanziavano (…) Le ragazzate di DSK era un segreto di Pulcinella.(…) L'ex presidente Nicolas Sarkozy sapeva delle pulsioni del suo rivale e aveva commentato che la dipendenza di DSK e i problemi associati a questa  lo squalificavano come candidato  Anche l'attuale presidente Hollande conosceva lo spericolato stile di vita del suo compagno di partito (…) Non pochi ricordano la caccia alle segretarie e compagne di lavoro, travolgendo con messaggi le più ribelli, approfittando dell'erotica del potere per piegare le subordinate più attraenti..."

Nessun commento, non c'è bisogno. Potete leggere l'articolo completo, ma gli esempi di complicità e impunità sono sufficienti. Basta leggere: dissoluto, seducente,vecchio sporcaccione,uomo pieno di amarezza e abbandonato, i suoi eccessi, le sue ragazzate, pulsioni, spericolato stile di vita.

DSK fu accusato il 14 maggio del 2011 a New York di aver stuprato  Nafissatou Diallo;di un tentativo di stupro a Tristane Banon, en 2003, quando aveva 22 anni e dell'accusa della procura di prossenetismo aggravato, punibile con una pena fino a sette anni di carcere.

Vecchio sporcaccione? Uguale a Silvio Belusconi? Presidente del Consiglio per ben tre volte (1994-1995, 2001-2006 e 2008-2011) del quale è impossibile raccontare nei dettagli i suoi rapporti con le donne, soprattutto con le prostitute e le minorenni.

Mentre scrivevo queste righe, mi tornava alla mente  Vladimir Putin,quando nel novembre del 2006,in un incontro internazionale e credendo di essere a microfoni spenti, esprimeva la sua "invidia"per quel "macho" del presidente israeliano, accusato di aver aggredito sessualmente varie donne che lavoravano sotto la sua direzione, anche da presidente.

" Trasmettete i miei saluti al Vostro Presidente. Forza macho! Violentare una decina di donne! Ci ha sorpreso tutti. Tutti lo invidiamo".
Vladimir Putin è stato rieletto per la terza volta, nel marzo 2012, presidente della Russia.


Non stiamo parlando delle zone più abbandonate del Pianeta.Stiamo parlando della vecchia, colta e ricca Europa. Francia, Italia, Regno Unito, Russia... La stessa Europa che si soprprende giornalmente della violenza sessuale in India (giustamente), ma è complice dei crimini sessuali a casa sua,reati di cui è incapace di chiamarli con il proprio nome.

Che nessuno si inganni: questi sono predatori delle donne e dei minori; lo sono con tutti coloro che percepiscono come più deboli; coloro che commettono tali crimini impunemente,si considerano al di sopra della legge e della giustizia.
Quelli che chiudono gli occhi, li applaudono e li votano, certi che lo stupro sia qualcosa di "invidiabile " e "desiderabile", poi, si sorprenderanno di "altre violazioni" (in senso metaforico)  delle leggi, diritti fondamentali, fondi pubblici, che gli appaiono forse, più imperdonabili, né degni di plauso.
Coloro che credono che queste sono "cose di donne", poi passano anni cercando di capire perché viviamo in un sistema politico ed economico spietato e predatore che distrugge la vita di milioni di persone in tutto il mondo ...
Così va la vita.


Nuria Varela

(traduzione di Lia Di Peri)

sabato 5 gennaio 2013

Morte al femminismo post-moderno ovvero io non mi definisco femminista.




E' quanto meno preoccupante che donne famose e di successo come Katy Perry, Taylor Swift, Lady Gaga, Juliette Binoche Demy Moore o Maribel Verdú si mostrino contrarie al femminismo. Sono note le dichiarazioni di Carla Bruni che liquidava con piacere la questione femminista affermando quanto segue: "La mia generazione non ha bisogno di essere femminista. Ci sono state è vero le pioniere che hanno aperto il cammino. Io non sono per nulla una militante femminista. Invece sono molto borghese. Amo la vita familiare, fare tutti i giorni le stesse cose. Adoro avere un marito".

Ma la Bruni non è l'unica. Un articolo su El Pais contiene varie dichiarazioni che ci lasciano senza fiato. Kate Perry dice : "Non sono una femminista , ma credo nella forza delle donne".

Taylor Swwift: Non ho alcuna intenzione di pianificare le cose come ragazze contro ragazzi. Non l'ho mai fatto. Sono cresciuta con genitori che mi hanno sempre detto che se lavoravo duro come gli uomini sarei arrivata ugualmente lontano. L'articolo cita più esempi,come quelli della responsabile di Yahoo,Marissa Mayer: " Non mi vedo come femminista in assoluto. Se iniziamo ad catalogarci ed etichettarci, il mondo finisce", di Lady Gaga" non sono femminista, adoro gli uomini e la cultura maschile. Birra, bar, automobili",  Demi Moore" Sono una grande difensora delle donne, ma non mi vedo come femminista" e Juliette Binoche " Questo dibattito è noioso. E questa parola colloca le persone a pensare in modo stereotipato".




In Spagna,Maribel Verdú, dopo essersi indignata per il fatto che le donne pagano meno degli uomini ha dichiarato : " Non sono femminista recalcitrante,mi piace che mi aprano la porta,che mi diano fuoco, una sola volta,non per tutta la notte... il normale".
Nessuna delle donne citate, tutte indubbiamente leader nelle loro professioni e donne di successo rinnegano le conquiste dei diritti femminili, grazie alle donne ( e uomini) femministe, però rifiutano la parola ed il concetto di femminismo.  E 'ovvio che nessuno di esse sa che cosa sia  il femminismo, un movimento politico ed etico,che unisce la mobilitazione sociale e la riflessione teorica che si batte per i diritti delle donne, al fine di costruire una società più giusta, egualitaria  ed equa per le donne e gli uomini.

Nessuna di esse assume un minimo di pedagogia femminista rinforzando al contrario gli stereotipi che il patriarcato assegna al femminismo: donne settarie,obsolete, risentite e brutte, che non fanno altro che lamentarsi continuamente di una realtà che esagerano e che odiano gli uomini.


Non ritengo che nessuna delle donne che hanno fatto tali affermazioni siano stupide né ignoranti. Dubito che molte di esse conoscano cosa sia il femminismo, ma tutte le loro dichiarazioni sono parole misurate che indicano un atteggiamento. Una postura che ha molto di commerciale e di ideologico. Tutte sono accanto alle donne, ma contro il femminismo. Tutte si muovono dentro una società ed industria culturale patriarcale e sessista che le loro parole rafforzano e perpetuano.

Come ha scritto nel 1991 da Susan Faludi nel suo eccellente "Reazione. La guerra non dichiarata contro la donna moderna", di fronte ad un avanzamento dei diritti umani delle donne, sempre  il patriarcato reagisce con durezza ed efficacia. Ed è ancora così. Il patriarcato si organizza e le donne sono ancora una volta le sue armi più potenti.

Nel frattempo che si assume questa F, la SUPERF,continueremo con la nostra, tra ciò che può essere perché no, bere birra, andare al bar e sorridere a questi  o quelle che ci accendono le sigarette...      


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(traduzione di Lia Di Peri)