lunedì 23 luglio 2012

Giù le mani dalla legge 194/78


Lo scorso 20 giugno 2012, la Corte Costituzionale è stata chiamata ad esprimersi in merito alla costituzionalità dell’art. 4 della legge 194/78 nonché rispetto alla coerenza della stessa una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulle invenzioni biotecnologiche. La Consulta è stata chiamata in causa, lo scorso gennaio, da un giudice del Tribunale di Spoleto che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale  in seguito alla richiesta di una minorenne di abortire senza l’obbligo di coinvolgere i genitori.

Sotto assedio, in particolare, era l’ articolo 4, secondo cui per l’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) entro i primi novanta giorni, “la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito” può rivolgersi a un consultorio.

Per il giudice minorile, la norma comporterebbe “l’inevitabile risultato della distruzione di quell’embrione umano che è stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto”; inoltre, più in generale, la legge 194/78 sarebbe, secondo il giudice di Spoleto, in contrasto con i principi generali della Costituzione (in particolare con gli articoli 2 e 32, quelli relativi alla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e al diritto fondamentale alla salute dell’individuo).
Prima che la Consulta respingesse il ricorso, Le Arrabbiate hanno voluto esprimersi in difesa del diritto di scelta delle donne, dicendo “Giù le mani dalla 194″.



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